cedimento e ricostruzione

In questa situazione del #cedimentostrutturale di una colonna portante nella scuola dei miei figli, ho seguito il mio istinto e sono stata me stessa. il risultato è che ho dato molto e ricevuto ancor di più.

Il giorno dopo l'evacuazione della scuola alcune amichemamme su facebook hanno iniziato a parlare tra loro dandosi informazioni e iniziando un po' di polemica. il mio istinto mi ha detto: unisci i puntini!

Ho creato un gruppo per tutti i genitori della scuola, si sono iscritti in 140 (più o meno).
Per una settimana ci siamo sostenuti, informati e organizzati. Ora facce che erano solo facce, hanno nomi, cognomi, personalità. con distacco avrei potuto stilare un dettagliato resoconto sociologico del mio quartiere. Ma io con distacco non faccio nulla... io vivo con tutte le scarpe. Affronto la vita con passione, coinvolgimento, partecipo, organizzo, chiacchiero...

Non sono nata in questo quartiere, non ci sono cresciuta. Ne' tantomeno lo ho scelto per venirci a vivere. Mi è capitato per forza di cose e si sa, "a caval donato non si guarda in bocca".

Vivo nel quartiere della Magliana dal 2005 ormai, i miei figli sono nati entrambi qui. Vanno a scuola, frequentano i giardinetti, vanno in piscina. Io vado al mercato, al supermercato, in farmacia, dal fornaio, al bar... All'inizio era tutta una terra straniera. Avevo timore a far tutto, mi muovevo solo se accompagnata. Mi sembrava di stare in Australia, a testa in giù. La mia prospettiva era totalmente capovolta, le distanze con la mia vita pre-convivenza si erano moltiplicate esponenzialmente.

Sono cresciuta tra piazza bologna, piazza fiume, monti tiburtini e stazione termini. Praticamente, un'altra città. Tutto il mio passato familiare è ancora li e quindi nel nuovo quartiere ho dovuto impegnarmi e costruire una nuova vita sociale fatta di relazioni con i familiari acquisiti e, da quando i ragazzi frequentano la scuola, fatta dai genitori dei loro amichetti.

Quella fase della vita in cui vorresti che i tuoi amici avessero figli coetanei dei tuoi, per mantenere la tradizione, e invece ti ritrovi a "dover" frequentare i genitori degli amici dei tuoi figli.

All'inizio fai resistenza, sono piccoli, poi però i loro legami si stringono, festeggi compleanni, vai ai giardinetti dopo scuola, vai in piscina, e tu genitore sei praticamente costretto a frequentare queste persone minimo una volta alla settimana.

Poi dopo un po' ti ritrovi ad avere dei nuovi amici. A organizzare con loro pizzate, cenette, cinemini, scampagnate... Accetti anche la loro amicizia su Facebook, ti mandi i messaggi di notte sghignazzando, ti dai appuntamenti volanti per un cappuccino e un cornetto prima di andare a lavoro.

Le mie amichemamme.

Ecco ho unito i puntini all'ennesima potenza. Ho seguito il mio istinto. Ora se vado al mercato o se entro al bar mi dicono "Ciao, Bruna". Davanti a scuola, ai giardinetti, in attesa dal dottore, o in piscina, non sono mai sola.

Son cose. Son cose belle. Non vengono da sole, le devi cercare.
Devi unire i puntini, devi colorare negli spazi giusti. Alla fine viene fuori una figura.
Bella, brutta, non lo so. Ma io la vita non la subisco, io la vita la vivo.

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