ottimismo
sono sempre ottimista, lo sono mio malgrado.
chi mi conosce lo sa e non si accorge mai di quando arrivo al mio limite di sopportazione.
vengono sempre prima gli altri. sono sempre venuti prima gli altri.
e quando penso ai cazzi miei o getto la spugna e piango, destabilizzo chi mi sta intorno.
da quando sono adulta è andata così. ogni tanto ricordo la me stessa di prima. era diversa.
i bambini mi guardano e mi sorridono, anche quelli che non mi conoscono.
sarà per i ricci, sarà perché loro leggono gli occhi e vedono nel mio sguardo la bambina felice che ero.
e che vorrei essere ancora. le mamme delle mie amichette di quando ero piccola erano tranquille se c'ero anche io. nonostante fossi una ragazzina vivace avevo in me il germe del buon senso.
quando mamma mi metteva in punizione non mi disperavo, non mi perdevo niente. le mie amiche se non c'ero io che organizzavo, non si organizzavano.
faccio amicizia facilmente ovunque vada. alcuni mi amano subito, alcuni altri ci mettono un po', diffidano della mia faccia da saputella. altri mi odiano solo perché sono quella che sono.
comunque gli eventi mi spiazzano allo stesso modo di tanta altra gente. ma non mi sono mai fatta annientare. in certe situazioni ho solo aspettato il momento giusto per raccogliere le forze e migliorare la mia situazione. intorno a me tutti, anche il più forte fisicamente, si puntellano. io sono una colonna, una colonna portante. sono una prua, che apre le acque. sono un ariete che sfonda le porte. sono un rompighiaccio. sono una donna pratica, attaccata alla terra e alle sue radici. avrei voluto volare via, avrei voluto affrontare la vita svolazzando e invece ovunque io vada lascio un solco profondo. rincorro la leggerezza, vorrei farmi portare via dal vento, farmi guidare dalle emozioni. ma non si può. essere nel mondo implica delle responsabilità, nei confronti di chi ti è vicino, nei confronti di chi ti è lontanissimo. vorrei avere una guida, ma poi inevitabilmente so che io la guida la metterei in discussione.
ho un caratteraccio.
chi mi conosce lo sa e non si accorge mai di quando arrivo al mio limite di sopportazione.
vengono sempre prima gli altri. sono sempre venuti prima gli altri.
e quando penso ai cazzi miei o getto la spugna e piango, destabilizzo chi mi sta intorno.
da quando sono adulta è andata così. ogni tanto ricordo la me stessa di prima. era diversa.
i bambini mi guardano e mi sorridono, anche quelli che non mi conoscono.
sarà per i ricci, sarà perché loro leggono gli occhi e vedono nel mio sguardo la bambina felice che ero.
e che vorrei essere ancora. le mamme delle mie amichette di quando ero piccola erano tranquille se c'ero anche io. nonostante fossi una ragazzina vivace avevo in me il germe del buon senso.
quando mamma mi metteva in punizione non mi disperavo, non mi perdevo niente. le mie amiche se non c'ero io che organizzavo, non si organizzavano.
faccio amicizia facilmente ovunque vada. alcuni mi amano subito, alcuni altri ci mettono un po', diffidano della mia faccia da saputella. altri mi odiano solo perché sono quella che sono.
comunque gli eventi mi spiazzano allo stesso modo di tanta altra gente. ma non mi sono mai fatta annientare. in certe situazioni ho solo aspettato il momento giusto per raccogliere le forze e migliorare la mia situazione. intorno a me tutti, anche il più forte fisicamente, si puntellano. io sono una colonna, una colonna portante. sono una prua, che apre le acque. sono un ariete che sfonda le porte. sono un rompighiaccio. sono una donna pratica, attaccata alla terra e alle sue radici. avrei voluto volare via, avrei voluto affrontare la vita svolazzando e invece ovunque io vada lascio un solco profondo. rincorro la leggerezza, vorrei farmi portare via dal vento, farmi guidare dalle emozioni. ma non si può. essere nel mondo implica delle responsabilità, nei confronti di chi ti è vicino, nei confronti di chi ti è lontanissimo. vorrei avere una guida, ma poi inevitabilmente so che io la guida la metterei in discussione.
ho un caratteraccio.
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